Skip to main content

Aspirazionalità e credibilità

In un contesto storico in cui cerchiamo sempre più autenticità nelle relazioni, la terza stagione di Heartstopper, per quanto affascinante, ci offre una visione idealizzata della realtà. Ho sempre apprezzato la sceneggiatura per la sua delicatezza, ma ora sembra rappresentare in modo distorto le relazioni sociali ed emotive, senza mostrare quanto possano essere davvero complesse nella realtà.

E, di conseguenza, potrebbe insegnare una lezione sbagliata sulla vita.

La visione irrealistica di una comunità sempre presente

La rappresentazione di una comunità costantemente presente, pronta a supportare incondizionatamente, è tanto confortante quanto irrealistica. La realtà è fatta di negoziazioni continue dei bisogni reciproci, in cui ognuno di noi affronta le proprie battaglie e spesso preferisce dare priorità alle necessità personali rispetto a quelle degli altri. Senza considerare che non sempre si ha l’energia o la capacità emotiva per sostenere le situazioni che ci circondano, soprattutto se non siamo coinvolti personalmente.

Il falso mito del supporto incondizionato

Il supporto incondizionato – quando avrai bisogno, per te ci sarò sempre –  pur essendo una bellissima idea, non è sempre sostenibile. Serve empatia, che a sua volta implica disponibilità a mostrarsi vulnerabili, qualcosa di difficile da mettere in atto, anche quando è necessario per costruire relazioni autentiche.

L’importanza di una rappresentazione veritiera delle relazioni

Una versione così semplificata della “rete di salvataggio” rischia di lasciare le persone impreparate di fronte alle difficoltà inevitabili della vita, e questo è un problema che riguarda non solo i giovani, ma anche gli adulti che si ritrovano improvvisamente senza punti di riferimento quando la vita si fa difficile.

I tempi sono maturi per presentare una versione più sfumata e realistica delle relazioni umane, che includa anche i momenti di crisi concreta, i compromessi difficili e la necessità di allontanarsi quando le dinamiche diventano tossiche.

Ma, soprattutto, Heartstopper non ci prepara a gestire un aspetto fondamentale delle relazioni umane: la capacità di affrontare la delusione.

 Pop vibe: "Nobody said it was easy. No one ever said it would be this hard traduzione" 
The Scientist, Coldplay