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Se guardando The Substance hai avuto quella strana sensazione di déjà-vu ma non riesci a capire da dove venga, continua a leggere

Il film gioca con le carte dei maestri dell’horror, rimescolandole in modo sorprendentemente affascinante. È come una lettera d’amore – o forse una sfida – a tre pilastri del genere, con riferimenti che si intrecciano in una danza inquietante ma avvincente.

Cronenberg e la mutazione del corpo

Da una parte troviamo l’impronta di David Cronenberg, il maestro dell’orrore biologico, con la sua ossessione per il corpo come frontiera instabile e mutevole. Basta pensa a capolavori come La Mosca, dove il confine tra umano e non umano si dissolve in un incubo di carne e metallo, o Videodrome, dove la fusione tra tecnologia e carne diventa una metafora per l’alienazione moderna. In The Substance, il corpo non è solo uno strumento narrativo, ma un campo di battaglia, una tela su cui si dipingono le trasformazioni più perturbanti.

La Mosca (1986)

Yuzna e la satira grottesca

Poi c’è l’influenza di Brian Yuzna, noto per il suo uso dell’horror estremo e grottesco come critica sociale. Se hai visto Society, sai esattamente di cosa parlo: quel climax visivamente disturbante, che trasforma le élite sociali in creature viscide e mostruose, è un perfetto esempio della sua poetica. In The Substance, ritroviamo lo stesso approccio dissacrante, che usa l’estetica del disgusto per riflettere sul consumismo e sulla disumanizzazione della società moderna.

Society (1989)

De Palma e l’esplosione emotiva

Infine, c’è Brian De Palma, con la sua capacità unica di mettere a nudo la psiche umana e farla esplodere in manifestazioni visivamente spettacolari. Pensate a Carrie, dove la rabbia repressa della protagonista trova sfogo in un’apoteosi di violenza catartica. The Substance evoca quella stessa energia distruttiva, canalizzandola in un’ambientazione che richiama gli anni ’80, pur mantenendo una modernità di fondo che lo rende unico nel panorama contemporaneo.

Carrie – Lo sguardo di Satana (1976)

Omaggio ai classici

E se dal lato cinematografico omaggia la tradizione iconica dell’horror psicologico….

The Shining (1980) – Gli uccelli (1963)

Anche sul piano letterario c’è un evidente riferimento ad un grande classico: Il ritratto di Dorian Gray. Così come nel romanzo di Wilde, la protagonista paga con il deterioramento fisico gli eccessi della sua versione alternativa, il prezzo visibile di una decadenza invisibile.

Margaret Qually

Tra linguaggio personale ed estetica anni ’80

Il film non si limita a citare i grandi maestri: assorbe le loro influenze e le rielabora per creare un linguaggio personale, sempre in bilico tra horror visionario e thriller psicologico. Curiosamente, l’ambientazione sembra oscillare tra passato e presente, evocando un’estetica anni ’80 – tra neon e sintetizzatori – che però non si lega a una precisa collocazione temporale. È come se il film si muovesse in una dimensione alternativa, sospesa tra nostalgia e modernità.

Credo che riconoscere questi riferimenti permetta di apprezzare come il film si inserisca in un racconto più ampio sul cinema del terrore, sulla psiche umana e sul corpo come territorio di sperimentazione, trasformazione e decadenza.

The Substance

La sostanza del film

Quello che infine ci racconta The Substance non riguarda solo quanto l’immagine che diamo in pasto al mondo sia costantemente sotto valutazione, ma anche i comportamenti con cui gestiamo il nostro corpo, nel bene o nel male, siano sempre oggetto di giudizio.

Il pericolo concreto è esattamente quello che distrugge la protagonista di The Substance: far coincidere il proprio valore interiore con la forma esteriore, dimenticarsi tutto quello che struttura l’identità, per inseguire un ideale (anche biologicamente) irraggiungibile.

La grande metafora del film racconta che l’invecchiamento non é piú solo deterioramento fisico, ma soprattutto morale.

The Substance

The Substance

Demi Moore: la musa perfetta

In questo contesto, Demi Moore emerge come l’interprete ideale per incarnare le tre anime del film: mutazione, grottesco e repressione emotiva. La sua carriera è stata un viaggio attraverso archetipi che risuonano profondamente con le tematiche di The Substance. Pensate a Striptease, dove il corpo diventa un simbolo di trasformazione e potere; Proposta Indecente, che affronta il grottesco delle dinamiche sociali e morali; e Ghost, una meditazione sulla perdita e la repressione emotiva.

Ghost (1990) – Proposta indecente (1993)

Striptease (1996)

Oggi, Demi Moore ha trasformato se stessa in un’icona di giovinezza perenne, un manifesto vivente della capacità umana di evolversi e reinventarsi. Non deve interpretare mondi così complessi: li incarna con una credibilità che rende ogni scena carica di significato, tra il passato e il presente del cinema e dell’immaginario collettivo.

Golden Globes (2025)