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Ogni tanto riguardo questo video dei Pet Shop Boys non solo perché riassume in modo perfetto l’estetica edonistica degli anni 80, raccontata attraverso la lente di Bruce Weber, ma perché trovo molto contemporaneo il messaggio. Ad una prima lettura, vediamo un gruppo di persone giovani e perfette, che si preparano per una festa altrettanto perfetta in cui tutti chiaramente si devono divertire. 

E questo non è molto distante dalla narrazione che decliniamo attraverso i social. Forse chi guardava questo video negli anni 80 non conosceva il concetto di ‘invidia sociale’, ma in buona sostanza definiva una linea tra quello che siamo e quello che “dovremmo essere”. 

Tuttavia, ammetto che l’aspetto che mi ha sempre intrigato di più è la vena malinconica del testo, completamente antitetica alle immagini e ai valori che gli anni 80 dovevano venderci. 

I PSB ci stanno dicendo che quello che stiamo guardando, quello che stiamo desiderando e quello che, di conseguenza, vorremmo essere, è già decadente nel momento esatto in cui lo stiamo metabolizzando. 

Perché è legato alla giovinezza, vista come una fotografia che immortala un attimo di perfezione (del corpo, delle feste, dell’immagine) e ci concede la leggerezza come elemento chiave del divertimento. E niente di questo può essere una certezza che dura nel tempo. 

40 anni dopo, la narrazione che (forse) ci mette in discussione quando guardiamo le vite degli altri da lontano è la stessa. E la narrazione che (forse) facciamo della nostra vita si ispira agli stessi canoni. 

Ma ci siamo dimenticati dell’ammonimento all’inizio del video: “We used to have lots of parties…”.

“Used”. Una volta. 

Come sempre, le grandi verità si trovano nell’anima della musica pop. Ed ecco, l’insegnamento:

(POP vibe): “Non ci siamo mai trattenuti o preoccupati dal fare ammenda (verso gli altri o noi stessi) solo perché pensavamo che questo tempo “di perfezione” sarebbe durato per sempre”.