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Milano è splendida in questa serie.
Talmente splendida da far dimenticare tutto il resto.
Le luci, i terrazzi, le notti infinite che sembrano un premio: il sogno di chi ce l’ha fatta.
E poi la caduta, inevitabile, come in ogni storia in cui ti avvini troppo al sole.

Chi arriva da fuori lo sa.

All’inizio Milano è un sogno concreto: tutti si conoscono, tutti hanno un progetto, un indirizzo, un locale dove “bisogna esserci”.
È la città dove l’ispirazionalità è la valuta principale.
L’obiettivo è entrare in quel cerchio — minuscolo, inaccessibile, magnetico — dove si confonde il talento con la visibilità, il successo con la prossimità al potere.
E ti fa credere che per farne parte basti un invito dalla gente giusta.

Io ci sono arrivato così: con la voglia di far parte del racconto.
Di toccare quella leggenda che nella provincia diventa aspirazione perché nel tuo feed rappresenta il successo.
In provincia quel racconto lo guardi da lontano: Milano è la città che ti salva, la promessa che se ti impegni abbastanza verrai notato, invitato, incluso.

È il posto dove “ce l’hai fatta” smette di essere solo un’idea potenziale e diventa una foto, una festa, una storia taggata nel posto giusto.
Ti insegna subito che non esiste “basta così” perché vuole sempre un po’ di più: un titolo più importante, un locale più esclusivo, un piano più alto.
È la città dove tutto sembra a un passo, ma nessuno ti dice a che prezzo.

“Terrazza Sentimento” racconta la parabola contemporanea del desiderio di essere scelti, celebrati, invidiati.
E sull’importanza — e la pericolosità — di realizzarla.

Perché Milano incarna il mito di Icaro: tutti vogliono volare, ma nessuno pensa a cosa succede quando la cera si scioglie.
E il sole, qui, non è il potere in sé.
È il bisogno di essere visti.
Di sentirsi arrivati.


Di non essere più “quelli di fuori”.

È una storia che si ripete, ma nessuno impara mai dalla storia.
Negli anni ’80 erano gli yuppie.
Negli anni ’90 le modelle che facevano di Milano la Manhattan europea.
Negli anni 2000 i PR e le serate all’Hollywood.
Oggi, le start-up, i founder, gli influencer.

E ogni volta ha lo stesso epilogo: chi arriva per costruirsi un futuro finisce per consumarsi nel tentativo di assomigliare a chi crede già arrivato.

In questa serie, Milano è affascinante perché non è mai crudele nel farti sentire scelto, speciale, incluso.


Ma ti accarezza mentre ti brucia.


Ti illude di essere unico, fino a quando non capisci che non è la città ad averti tradito:
sei tu che ti sei avvicinato troppo al sole.

POP VIBE: Now i can tell you about success about fame - About the rise and the fall of all the stars in the sky