Skip to main content

BYE BYE BABY

Il distacco: Bye Bye Baby segna il momento in cui il desiderio lascia spazio alla lucidità.
Questo pezzo racconta l’addio come un atto di forza, ribaltando i giochi di potere e fino a quando scegliamo noi stessi.

Una canzone che parla di separazione, ma anche di liberazione: la voce distorta diventa il suono di chi ritrova la propria identità dopo essere stato bruciato dall’amore.

Quando dire addio è il modo più coraggioso per ricominciare.

Ascolta il podcast


Contenuti Extra

LIVE

Il 2 settembre 1993, Madonna aprì gli MTV Video Music Awards con “Bye Bye Baby”. Sul palco, insieme a tre donne vestite con smoking e cilindro, mise in scena una performance dal tono burlesque.

L’idea iniziale era di portare su MTV “Justify My Love” o “The Beast Within”, ma Madonna decise che sarebbero stati troppo controversi per la televisione in diretta, e abbandonò il progetto. Alla fine, scelse “Bye Bye Baby”, utilizzando la coreografia preparata per il Girlie Show World Tour, poiché rappresentava perfettamente il concept dell’intero tour.

Durante il Girlie Show Tour, Madonna e le sue coriste Niki Haris e Donna DeLory si esibivano in abiti maschili d’ispirazione vittoriana, con cilindri e frac, in un chiaro omaggio a Marlene Dietrich nel film del 1930 Morocco.

La performance prendeva ispirazione dalle showgirl dei primi del Novecento e dalla compagnia giapponese tutta al femminile Takarazuka Revue, famosa per il cross-dressing teatrale.

Madonna modulava la voce come una direttrice del circo, annunciando l’arrivo di tre ballerine da strip club, con  l’effetto vocale simile a quello del singolo. La coreografia ruotava attorno a tre sedie: le ballerine seducevano Madonna e le coriste, assumendo pose sessuali e dominandole, prima che le ruoli si invertissero e il potere tornasse nelle mani di Madonna.

La performance del 19 novembre 1993 al Sydney Cricket Ground fu registrata e pubblicata su VHS e Laserdisc il 26 aprile 1994, con il titolo The Girlie Show: Live Down Under.

Nel libro Queer Studies, Brett Beemyn osservò che Madonna, con questa performance, approfondiva il gioco tra ruoli “butch” e “femme”. A un primo sguardo poteva sembrare una provocazione, ma in realtà nascondeva una lettura queer più complessa: le donne “butch” erano bianche e afroamericane, mentre le “femme” erano donne asiatico-americane. La performance includeva simulazioni di masturbazione e penetrazione, con le butch che esercitavano il controllo sulle femme.

Beemyn concludeva che “il fatto che Madonna abbia scelto donne asiatico-americane come femme rafforza gli stereotipi delle donne asiatiche come ‘altro’ esotico, passivo e femminile, ma al tempo stesso ne sovverte il significato, ricordando come le donne asiatiche siano state sfruttate come ‘comfort girls’ dai militari americani.

In questo modo, Madonna lanciava un messaggio contro il maschilismo, ma da una prospettiva queer.”