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Ogni tanto la cultura pop riporta a galla immagini che crediamo appartenere al passato, ma che si rivelano più moderne che mai. La showgirl è una di queste: piume, paillettes, sorrisi perfetti. Un’icona che dovrebbe odorare di vecchio cabaret e invece ritorna ciclicamente, più viva che mai. Oggi ci pensiamo perché Taylor Swift l’ha scelta come nuova maschera per il suo prossimo album, The Life of a Showgirl. Ma la verità è che la showgirl non se n’è mai andata.
Continua a riaffiorare perché dietro il trucco pesante e i riflettori riconosciamo qualcosa di nostro: la fatica quotidiana di dover brillare, sempre e comunque.

Elizabeth Berkley – ShowGirls

Non è un caso che il cinema e la musica l’abbiano sempre raccontata come una figura sospesa tra apoteosi e caduta. Satine in Moulin Rouge che muore cantando, Pamela Anderson in The Last Showgirl che danza per un teatro vuoto, Nomi Malone in Showgirls che conquista Las Vegas solo per scoprire la crudeltà del trono a cui ha ambito.
Dietro le piume c’è sempre una ferita. Ed è proprio lì, in quell’equilibrio tra luce e oblio, che la showgirl smette di essere solo estetica e diventa condizione esistenziale: una lente per leggere il nostro tempo.

Nicole Kidman – Moulin Rouge

Se la showgirl resiste, è perché ci parla di noi.
Non serve un palco di Las Vegas per capire la sua condanna: oggi basta avere un telefono o entrare in ufficio. La performance non è più confinata alle luci dello show, ma invade ogni gesto quotidiano. La call come numero di cabaret, il feed di Instagram come passerella, LinkedIn come un eterno applauso in attesa di un ingaggio. Siamo tutti showgirl: sorrisi di circostanza, abiti scelti come costumi, la pressione costante di intrattenere.

Annie Lennox – Why / Kylie Minogue – ShowGirl Tour

E il corpo è il nostro costume di scena. Non indossiamo piume e cristalli, ma pratichiamo le stesse liturgie. La costruzione ossessiva di un’estetica fisica, la chirurgia quando il corpo da solo non ce la fa: piume moderne, pensate per proteggerci ma che finiscono per esporci. Come un corsetto che illumina il palco ma toglie il respiro, questi rituali ci rendono più visibili ma meno liberi.

Taylor Swift – The Life of a ShowGirl

La showgirl balla fino allo stremo perché sa che l’attenzione del pubblico è breve; noi postiamo fino allo sfinimento perché sappiamo che l’algoritmo dimentica in fretta.
Lei vive di applausi, noi di like.
Lei di ovazioni, noi di approvazioni più sottili: l’amico che ti definisce “sempre brillante”, il partner che ti vuole forte anche quando non puoi esserlo. È lo stesso copione, la stessa fatica di restare in equilibrio, tacco dopo l’altro, cercando di non mostrare mai la caduta.

Ma c’è un’altra dimensione ancora più crudele: l’invecchiamento della performance. Perché lo spettacolo non è solo fatica: è anche lotta contro il tempo. In The Last Showgirl, Pamela Anderson mostra cosa significa restare aggrappati a un ruolo che il corpo non può più sostenere. I costumi di Bob Mackie non sono più armi di seduzione, ma reliquie pesanti, ricordi di un passato che non torna. È il dramma di ogni showgirl: cosa succede quando l’energia svanisce, quando il trucco cola, quando non puoi più reggere il ritmo del numero successivo? E non vale lo stesso per noi, che viviamo la pressione di essere eternamente performativi — giovani, produttivi, desiderabili — anche quando la realtà ci chiede (obbliga) di rallentare?

Pamela Anderson – The Last ShowGirl

E allora, quanto possiamo resistere in equilibrio senza mai inciampare? Senza che, in un attimo di umana distrazione, qualcuno davanti a noi lanci le perle sulla scala per farci scivolare e rubare il nostro posto sotto i riflettori?

Essere una showgirl è una condanna. Perchè una showgirl non può uscire dal ruolo senza perdere il lavoro così come noi non possiamo smettere di performare senza rischiare di diventare invisibili. È un ruolo che più ci eleva, più ci consuma; ci dà potere ma chiede in cambio autenticità.

Beyonce – Partition

E’ proprio questa la sua forza iconica: ricordarci che la vita è una danza tra l’applauso e il silenzio – e che non c’è luce che non porti con sé la possibilità di un crollo.
Per questo Taylor Swift, Addison Rae, Lady Gaga o Kylie Minogue continuano a rievocarla. Perché la showgirl è una metafora collettiva, un modo per raccontare il nostro presente fatto, ora più che mai, di splendore precario, cadute spettacolari e performance che invecchiano con noi.

Marylin Manson – The Dopo Show
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