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“Girls can wear jeans and cut their hair short, wear shirts and boots—because it’s okay to be a boy. But for a boy to look like a girl is degrading, because you think being a girl is degrading…”

La voce di Charlotte Gainsbourg è l’incipit, etereo, dio un cortocircuito estetico firmato Guy Ritchie, che per Madonna non è solo un regista ma anche, in quel momento, suo marito. Mi sono sempre chiesto se questo fosse il livello di complicità che una coppia deve raggiungere per poter fare ilo salto di qualità. O nel caso specifico, produrre arte che va a violare non solo le regole sociali, ma anche e principalmente l’equilibrio emotivo di una relazione: una donna che permette a una donna di farsi raccontare senza essere schiacciata dal suo punto di vista. O meglio, facendosi detonatore di bombe di cui, storicamente, solo l’uomo ha il porto d’armi.

Contestualizziamo. Perché ora sarebbe tutto più semplice. Ma è il 2001.

Il video di What it feels like for a girl viene censurato da MTV.

Troppo violento. Troppo aggressivo.

La verità? Troppo fuori controllo per essere una donna a farlo.

In una Los Angeles rarefatta, quasi onirica, dai colori desaturati, le luci fredde e ambientazioni suburbane dell’America di periferia, si aggira una donna che incarna il ruolo dell’  angelo della vendetta. Ruba auto, aggredisce uomini, semina il caos, il tutto con una calma glaciale che sfida qualsiasi archetipo femminile. Non è sessuale, non è seduttiva, non è redenta. È semplicemente libera.

E per questo, pericolosa.

Contestualizziamo meglio: Nel 2001, il pop era ancora un affare maschile.

Le popstar femminili dovevano rimanere dentro ruoli precisi:

  • Sexy, ma per un uomo

Britney Spears – “I’m a Slave 4 U”
Britney incastrata in un’estetica ipersessualizzata che sembra empowerment ma è schiava dello sguardo maschile. Lo dice il titolo, statement stesso di sottomissione.

  • Ribelli, ma domabili

Avril Lavigne – “Complicated”
Avril è lo “skater boy” femminile, sguardo da brava ragazza sotto il trucco sbavato. Non rompe niente, solo le regole del centro commerciale.

  • Autonome, ma solo se non detonavano il sistema

Destiny’s Child – “Independent Women”

L’autonomia è solo finanziaria (“I buy my own diamonds and I buy my own rings”) e l’indipendenza femminista si misura in oggetti acquistati, non in libertà conquistate.

Perché Madonna crea il cortocircuito?

Perché non chiede il permesso. Non fa la morale. Mostra una donna che agisce come un uomo, ma senza voler essere uomo. L’unica cosa che vuole è rivendicare tutto ciò che agli uomini è concesso.

Perché se un uomo fa queste cose, è un antieroe. Se lo fa una donna, è una criminale.

Il testo della canzone è dolce, intimo, molto empatico. Parla di dolore emotivo.

Ma il video lo ribalta e lo mescola, come se finalmente una donna potesse restituire tutto il dolore ricevuto, rigurgitandolo con un’estetica tra videogame, cinema pulp e uber-femminismo prima ancora che questa ondata fosse codificata dall’industria.

A distanza di più di vent’anni, è questo che rende il video ancora necessario: anche se siamo  in un’epoca dove la conversazione sui ruoli di genere è diventata fluida ma spesso anche molto “controllata”, qui il messaggio è chiaro: la sovversione vera non passa solo per la rappresentazione, ma per l’azione.

MTV doveva trasmetterlo in prime time

POP VIBE: "When you open up your mouth to speak, could you be a little weak?